UN GIOVEDI’ GRASSO AL NIDO
Asilo Nido tanti anni fa…alcuni giorni dopo la Befana:
“ Ragazze diamoci da fare, organizziamoci per la festa di Carnevale…”
C’è sempre una collega “previdente”, a cui indirizzare un coro:
“Oh Sandra lasciaci digerire!”
La tosta biondina non si spaventò, corse a prendere un calendario lo sbatté “gentilmente” sul tavolo …quell’anno il Carnevale giungeva presto. Il giorno dopo eccoci tutte riunite. Al collettivo. Prima cosa individuare il tema. Ognuno propose il proprio, la scelta cadde sull’ Africa…. Qualche perplessità…poi: Africa sia!
Africa significava impegnarsi non poco. Intanto l’arredo della sezione, scegliere cosa costruire, come disegnare i vetri, sostituire le favole cartonate dalle pareti con altre da noi disegnate e pitturate, i pendenti dal soffitto idem. Oltre la sceneggiatura, c’era da pensare ai costumi, darsi i ruoli, mettere i campo il meglio di noi stesse senza risparmiarci, come sempre. Brave e fantasiose va bene, parsimoniose anche…ma andare in Comune a chiedere materiale o soldi non era facile. L’assessorato era passato di “mano” il Nido era una palla al piede. Ma a questo avrebbe pensato il nostro Giuse il direttore della biblioteca nostro referente sindacale, amico e nostra “vittima” sacrificale. Giunte alla divisione dei ruoli, resto zitta, muta, pesciolina… perché appena si parlò di Africa.. Zac! Il mio ruolo ce lo avevo in zucca, lo scherzo pronto…e sono brava! Visto che tacevo e i ruoli si stavano esaurendo Elisa mi chiese:
“ Te cosa fai!"
”Sarò una bestia”
L’Africa è ricchissima di fauna…
“ Cosa vuol dire, dicci che bestia sarai, non fare la solita! Datti un ruolo e travaja!”
“ Stai tranquilla ho bene in mente chi interpreterò, non mi preparerò qui ma state tranquille collaborerò su tutto il resto, non insistete tanto non saprete nulla con anticipo…”
“ Bada di non fare scherzi. Il ruolo dovrà essere attinente!”
Ecco Sandra:
“Facciamo una scommessa che fa la tigre? A chi indovina lei paga!"
e dette il via ad una scommessa..io tranquilla seguivo tutto..
” Va bene pagherò una birra alla prossima pizzata a chi indovinerà”
Tigre, Leone, Serpente, Cammello, Zebra, Ippopotamo, Scimmia… Io zitta e indifferente.
La cucina avrebbe preparato una bella merenda, per tutti: genitori e parenti compresi. Ai genitori si chiesero pantaloncini e maglietta marrone per i bambini, per le bambine la calzamaglia . I loro e nostri visi li avremmo colorati di nero, le bambine in testa il classico triangolo delle mammy per i bimbetti un ossicino fermato da un fiocchetto.
La mattina del giovedì grasso mi toccava il secondo turno quello delle 10,45. Giunsi con circa un’ora di anticipo vestendo l’abito della missionaria.
riconosco i bambini: da sinistra.
MICHELE,MARTA,OLIVIA,GABRIELLINA e FILIPPO...
noi: SANDRA ,MARA, IO e DONATELLA
Nascosi l'auto in modo che non mi vedessero.
Al cancello suonai, risposero come di abitudine dalla cucina la voce “delicata” di Emma:
“Chi è”
“Comune!”… immaginavo le imprecazioni di Emma.
Velocemente ma con indifferenza attraversai il vialetto, entrai dirigendomi immediatamente in cucina, dove data l’ora avrei trovato diverse colleghe, era l’ora del caffè. Ingresso trionfante facendo ruotare il lungo cordone bianco esclamando.
“ora pro nobis”
Silenzio tombale, mi rivedo la scena. In cucina c’erano Emma la cuoca e Maria la vice, Carla più Carla (eravamo in 3) bocca e occhi spalancati, tazzine a mezz’aria. Non mi riconobbero subito, intanto, alle spalle sopraggiungeva Sandra:
“Suora cosa vuole! Questo è un asilo pubbico!”
“ Te lo avevo detto che sarei stata una Bestia!”
Risate incontenibili e lanci di oggetti contro la sottoscritta. Un ricordo bellissimo. Vissi di rendita, sei birre per sei pizzate. Imbastimmo poi uno scherzo a Giuse facendolo precipitare di corsa avendogli fatto credere che io ed Emma ci eravamo picchiate. Intanto Sandra recuperava un grosso mastello con cui mi avrebbe cucinato nel pomeriggio . Giuse si presentò poi con una birra Peroni…lo guadai di storto e gli dissi : Ci rifaremo al ristorante!
cotta a dovere
Albertone poverino urla a dovere
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