sogni e gatti
Milly gioca
Milly e Stiv divisi in casa.
Sogni….
resto convinta che i sogni siano una rielaborazione del mio vissuto che si incontra e scontra con recondite situazioni, quando il mio corpo si abbandona al riposo la mente lavora liberamente scevra da costrizioni di tipo morale o dipendenze affettive, un’amplificazione delle mie paure, delusioni, gioie e desideri. Ben poco mi interessano gli aspetti tecnici del perché tale fenomeno avviene. Pur ritenendo che il sogno possa in qualche modo considerarsi educativo o almeno possa rappresentare uno spunto di riflessione interiore per far emergere il “rimosso”, continuo a preferirela dura realtà.
Nel campo del rimosso, a parte i flash improvvisi, molto mi aiuta il mio consolidato metodo di
Fare deserto intorno a me
Allora…nel mio silenzio diventa introspezione , uno scavare a 360°…..momenti sempre più rari perché più il tempo passa e la paura atavica del deserto nero ed infinito mi attanaglia
Cosa ha da spartire tutto ciò con le foto dei miei gatti?
C’entra eccome!
Ieri sera lasciavo un commento-testimonianza sul blog www.wolfghost.it in risposta ad un post crudo che manco me la sono sentita di leggerlo…bastava il titolo! e trattava di pellicce tragiche
Non a caso ho sognato:
toctoc alla porta, apro sull’uscio c’è la mia vicina di casa gattara con cui ho condiviso molto e tutt’ora continua. Carmen è accompagnata dalla bellissima e anzianotta persiana Wandy.
Carla giù c’è un micetto che miagola strano, sembra quasi che parli!
Mi piombo in giardino. Eccolo lì. Un batuffolo rosso. Mi viene incontro mi scala le vesti e si accomoda sul mio petto. Il miagolio parlato si muta in ronron celestiale. Lo accarezzo intanto gli alzo il codino….è un bambino va bene ugualmente anche se avrei preferito fosse una bambina….
Salgo velocemente le scale, lo presento a mio marito il quale si scioglie di tenerezza….però aggiunge con un pizzico di imperativo.
Riportalo giù, sai che non lo possiamo allevare come dovremmo e potremmo.
Con un magone tra il doloroso e l’iroso: obbedisco. Lascio “rossino” e torno in casa e chiudo la porta alle mie spalle. D’impeto la riapro immediatamente e giù a rotta di collo! Chiamo, richiamo il gattino non esce. Giro l’angolo e lo vedo che cammina lentamente verso l’uscita del cancello. Mi metto a correre lo raggiungo lui mi riscala nuovamente ci guardiamo e siamo felici…sta volta il nonno lo mettiamo a nanna noi!
Mi sveglio, amaramente constato che la realtà è un’altra, mio marito nel letto non c’è altrimenti un calcio secco non glielo avrebbe scampato manco il padreterno. Dalla cucina giungono rumore ed aroma del rito mattutino. Quando mi porterà la tazzina di cucchiaini ce ne sarà solo uno. Leo non c’è più da tanto tempo….. Leo beveva il caffè!
...a suo tempo peccai anch'io. La pelliccia giace da 25 anni fa, riposta nel baule. Non la vuole nessuno e giustamente. Io non l'avrei mai comperata fu un regalo di mia mamma fatto nel lontano 1975...indossata pochissimo anche con la scusa che a Carrara non fa un freddo eccessivo. Poi in Piemonte la mettevo solo quando veniva Lei, lo capiva anche perchè in casa c'erano gli spioni...la
Mamma da buona cararina diceva:
" Bela me roba, beli mè soldi! "
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