stazione di Viareggio
Sotto accusa la sicurezza: si poteva evitare
“Signori in Carrozza”
In Italia oramai ci stiamo abituando al peggio. Le Sacre coperture Democratiche sono saltate, tutto si piega tragicamente al dio della “privatizzazione. In “onore” di essa ci hanno scippato il diritto a scuola, poste, telecomunicazioni, sanità e trasporti. La tragedia di Viareggio rappresenta uno scontato manifesto funerario, dai oggi dai domani la “ruggine” corrode. Necessita una svolta di “vita”prima che la situazione Paese-Italia diventi esplosiva, non c’è più tempo da perdere, tocca operare cambiamenti preparando progetti seri di risanamento in ogni settore. Forse farà comodo lasciarci nell’incertezza, nella precarietà, tutto ciò provoca inevitabilmente una galoppante tensione di rapporti tra Cittadini ed Istituzioni. Traducendo questi passaggi in parole povere, mi pare che i margini per un intervento massiccio a favore del mantenimento del controllo della situazione attuale siano veramente risicati. L’Italia cercarono di ricostruirla su basi solide, buoni mattoni e buon cemento, oggi pare che le sua fondamenta siano divenute di argilla.
Un grande abbraccio commosso a tutte le vittime di questa assurda tragedia versiliese. Il treno che tanta allegria suscita nei bambini si è trasformato in un drago malefico.
Mi viene alla mente una frase di Jack Kerouac:
“ Bisogna andare non importa dove”
In Italia oramai ci stiamo abituando al peggio. Le Sacre coperture Democratiche sono saltate, tutto si piega tragicamente al dio della “privatizzazione. In “onore” di essa ci hanno scippato il diritto a scuola, poste, telecomunicazioni, sanità e trasporti. La tragedia di Viareggio rappresenta uno scontato manifesto funerario, dai oggi dai domani la “ruggine” corrode. Necessita una svolta di “vita”prima che la situazione Paese-Italia diventi esplosiva, non c’è più tempo da perdere, tocca operare cambiamenti preparando progetti seri di risanamento in ogni settore. Forse farà comodo lasciarci nell’incertezza, nella precarietà, tutto ciò provoca inevitabilmente una galoppante tensione di rapporti tra Cittadini ed Istituzioni. Traducendo questi passaggi in parole povere, mi pare che i margini per un intervento massiccio a favore del mantenimento del controllo della situazione attuale siano veramente risicati. L’Italia cercarono di ricostruirla su basi solide, buoni mattoni e buon cemento, oggi pare che le sua fondamenta siano divenute di argilla.
Mi viene alla mente una frase di Jack Kerouac:
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