SACRO E PROFANO
Non c’è giorno che aprendo i giornali o cliccando su una qualsiasi tv in cui ci venga risparmiata un’immagine, una frase se non un anatema da parte del Vaticano. Fossero, queste “informazioni” votate all’universo interno non ci sarebbe da lagnarsene più di tanto. La voce delle chiese deve giungere ai loro fedeli. Nel Paese Italia la cosa è un tantino diversa. Troppa “attenzione” a quelle che sono le nostre sacrosante posizioni politiche o ideologiche comunque contenute all’interno di una netta copertura democratica e costituzionale. Il tartassamento mediatico non viene a caso, vuole giungere alla mente e ai sentimenti di un popolo, trasversale, impaurito dalla crisi economica che ci ha regalato precarietà e xenofobie varie, nonché sfiducia generalizzata , per “conto cui” vengono prese risoluzioni ancor più pesanti e penalizzanti da parte di chi ci governa.
Roberto Benigni con il suo consueto ottimismo porta nei Paesi europei il “ Suo Dante”,mirato a ridare fiducia a chi guarda a noi come ad un popolo colpito fa perniciosa ignavia. Il motto di Benigni è:
“Questa crisi è un inferno ma l’Italia sta per rinascere”.
Proseguendo:
“ Ora è proprio tutta coperta, ma queste ceneri nascondono un fuoco possente.
Sta per succedere qualcosa. Sì. Accadrà un piccolo Rinascimento. Bisogna aspettare la fine, no? Come è sempre accaduto. Da noi non è morto nulla, è tutto vivo. Io sto in Italia, lo sento. Non sto in un posto dove ci sono i cadaveri.”
“ Ora è proprio tutta coperta, ma queste ceneri nascondono un fuoco possente.
Sta per succedere qualcosa. Sì. Accadrà un piccolo Rinascimento. Bisogna aspettare la fine, no? Come è sempre accaduto. Da noi non è morto nulla, è tutto vivo. Io sto in Italia, lo sento. Non sto in un posto dove ci sono i cadaveri.”
Anche se il momento è uno di quelli che “puzzano” anch’io sento che qualcosa sta per cambiare. Quando accadrà mi auguro che l’elettorato che ridarà fiducia al Centrosinistra capisca che in pochi mesi non si può cambiare un Paese e di questo ne siano anche responsabili coloro che avremo ricollocato in Parlamento. Uno slogan vecchio ma sempre attuale:
UNITI SI VINCE DIVISI SI PERDE
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