storia di un Diario...
Storia di un Diario….
In genere è il diario a raccogliere e raccontare…Oggi la storia è all’inverso…. Le foto presentano copertina e prima pagina di un Diario scolastico particolate. Fu ideato e concepito senza tempo, le date restano libere. L’idea venne a due Amici, uno proprietario della Tipografia e dell’annessa Libreria l’altro il Tipografo di sempre. Correva l’anno 1957. Gli studenti allora non ricercavano diari colorati alla moda…all’occorrenza bastava anche un’agenda lunare. Perché non stampare un diario universale dedicato all’Amata Carrara?....
Partì così un progetto impegnativo, stampare foto non era cosa facile, i cliché venivano incisi a mano e solo mani esperte lo potevano fare. Fu pronto per l’anno scolastico 1958/1959. Un Diario scolastico completo, nulla mancava. Orario provvisorio e definitivo, materie, spazio giornaliero per gli appunti da datarsi in proprio, comunicazioni tra docenti e famiglia, giustificazioni dei genitori…..
All’interno le immagini riconducevano alla storia di Carrara, incisa e scritta con semplicità e sintesi eccelsa.
La tiratura non fu moltissima, quel Diario, pur nella sua unicità, non ottenne grande successo, costava abbastanza (come ogni cosa esclusiva). Se da una parte, quella economica, ci fu chi manifestò borbottio e delusione..l’altro il Tipografo, colui che magistralmente lo eseguì nella composizione fu felice e contento di quell’Opera. Il lavoro non consistette solo nella tecnica precisa e puntuale di chi conosce ed esegue con professionalità il suo mestiere…ogni lettera composta con caratteri in piombo, l’inchiostro usato per il rullo venivano impreziositi dall’Amore che questo Piccolo Uomo aveva per la sua Dìdì.
Diario per sempre per sempre.
Lo usai con entusiasmo ne regalai anche diversi. Restarono in casa per anni; poi un dì divenne“tagliatelle”!!!! Un giorno tornando dal lavoro trovai i miei figli molto intenti in un gioco che già conoscevo….fare le tagliatelle con la carta di recupero, usando come mezzo la macchina per fare la pasta in casa! Peccato che Nonna Carolina, accudendoli, non si accorgesse che i bastarbotti avevano usato i miei diari e le mie pagelle, ricordi gelosamente custoditi in quella che era la mia libreria. Mi disperai interiormente, feci mancare persino la mia classica e rumorosa urlata. Dentro pervase la Dìdì, dopotutto servirono ad un gioco per quei Nipoti che Aldo non aveva mai conosciuto.
La storia del Diario fotografato è particolare. Un paio di anni fa con mio cugino Gualtiero ci trovammo, cosa che avviene puntualmente ogni volta, a ricordare gli anni in cui il Babbo e lo Zio Aldo viveva ancora con noi. Ci ritrovammo a parlare del Diario, mi disse di averne rivisto uno ancora integro anche se macchiato dal tempo, lo avevano recuperato i proprietari della Libreria LA BOTTEGA DI ARONTE, una bella libreria sita in Piazza dell’Accademia, trattano Stampe e Libri di ieri e di oggi. Gualtiero aggiunse di averne proposto l’acquisto cosa che venne negata. Ci andai anch’io, fu un incontro molto amichevole e sereno, giusta atmosfera che dovremmo trovare in ogni luogo dove cultura, storia e tradizione si sposano. Esposi con emozione la mia richiesta, il titolare mi spiegò che il Diario apparteneva a sua moglie di cui conosceva l’intenzione di non separarsene. Salutai…..
A Luglio scorso ci riprovai. Mi sarebbe piaciuto riportarlo nella nostra Casa appena restaurata collocarlo là in quella stanza, un Regalo di Ritorno. Questa volta incontrai la moglie, la Signora Catia Bruni, una persona squisita che capì subito l’importanza che quel diario aveva per me. La Signora mi informò che probabilmente sarebbe tornato in stampa. Le spiegai che a me interessava quello, là c’erano restate le impronte del mio Babbo…e non solo. Me lo vendette…per una cifra simbolica.
UN GRAZIE GRANDE!
Il Diario Originale conserva più di un tocco….ricordo: il Babbo, la Vittoria, Angiolino e naturalmente Eugenio e Alberto Bassani……CIAO!
-La musica adatta e dedicata a questo Diario non può che venir rappresentata dall’Opera di Giacomo Puccini il Gianni Schicchi…… romanza affidata a Lauretta la figlia tanto amata:
"O MIO BABBINO CARO"
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