L'artista americano è regista e interprete di una pellicola sulla tolleranza
"Il messaggio è che non è mai troppo tardi per crescere e imparare dagli altri"
"Il messaggio è che non è mai troppo tardi per crescere e imparare dagli altri"
Eastwood presenta "Gran Torino"
"Il mio film dedicato agli immigrati"
di SILVIA BIZIO

LOS ANGELES - Il titolo potrebbe trarre in inganno: Gran Torino, il nuovo film di e con Clint Eastwood che segue di pochi mesi Changeling con Angelina Jolie (uscirà a gennaio negli Usa e a febbraio in Italia), non è un prodotto d'azione con inseguimenti d'auto, ma una melanconica cronaca degli ultimi giorni nella vita di un vedovo, un lupo solitario arrabbiato con tutti e miscredente. Non può non far pensare a un Dirty Harry nell'inverno della vita. "E' un veterano della guerra di Corea, pieno di pregiudizi, rimorsi, rabbie" lo racconta lo stesso Eastwood, che torna sullo schermo come interprete a quattro da Million Dollar Baby, "Walt è un uomo incapace di comunicare, anche col figlio o i nipoti. I suoi vicini di casa sono immigrati vietnamiti che a lui non piacciono affatto".

Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.