martedì 6 marzo 2012

stragi

DOMENICA, 17 AGOSTO 2008
TRE GIORNI DI TERRORE
17 18 19 AGOSTO 1944
LUNIGIANA COMUNE DI FOSDINOVO
ECCIDIO DI BARDINE E SAN TERENZIOfivizzano_sacrario_delle_vittime_di_san_terenzo_1

Da alcuni giorni le truppe tedesche occupanti scorribandavano tra i monti della Lunigiana razziando ogni sorta di viveri animali compresi. La popolazione era piegata da fame e angherie. Il 17 Agosto 1944 giunse a San Terenzo un camion, sopra 17 tedeschi i quali misero a soqquadro l'intero paese e dintorni. Finito il "lavoro" tornando indietro si imbatterono in una imboscata tesa loro da Partigiani appartenenti alla Formazioe Ulivi. Non erano li a caso, informati e chiamati da gente del posto a loro difesa, tesero un'imboscata. Ebbero il sopravvento sui tedeschi ne uccisero 16 e uno scappò dando l'allarme. I loro corpi furono portati via nell'immediato a Fosdinovo e li sepolti. La rappresaglia al suon di 10 italiani per un tedesco non tardò. Camionette e camions giunsero a San Terenzo. Uomini e mezzi appartenenti alla Pz AA del 16° Battaglione della Divisione corazzta SS "reichsfuhrer" comandata da Reder I camions presero una via diversa, le camionette con a bordo gli ufficiali si fermarono all'osteria Oligieri ove pretesero pasti abbondanti e ben irrorati di vino. A fine pasto ben pasciutti furono avvisati che 106 cittadini erano pronti. Pronti per cosa? Per il mitragliamento. Una lunga fila di bambini in braccio o per mano alle loro mamme, quei pochi uomini che ancora restavano nelle case e gli anziani ma molto molto anziani erano in attesa. Giunti in un prato trovarono ad attenderli una quindicina di mitragliatrici già ben piazzate.
TARATATATA'
Poi...il rito del controllo  e il silenzio di morte ogni tanto veniva interrotto dallo sparo di un colpo di grazia. Solo una bambina scampò a questa furia protetta dai corpi dei genitori. Il suo nome: Chiara. Aveva 8 anni. Riuscì, ferita, a guadagnare uno spazio utile per uscire...
Iniziò per Lei una odissea. Terrorizzata vagava di casa in casa cercando aiuto, non c'era nessuno. Giunta a casa trovò un morto. Alle sue orecchie giunse nuovamente il rumore camion. Erano loro che tornavano a "controllare" che non fosse restato nessuno. chiara scappò e si nascose ancora una volta sotto quella coltre di morte. Alla sera fu soccorsa dal Signor Oligeri l'oste del paese a cui sterminarono tutta la famiglia. Gli restò un solo figlio piccolino.
Ma non finisce qui. Ai tedeschi i conti non tornavano, il 10X1 non si era raggiunto. Allora si spostarono fino alla Versilia dove reperirono 53 poveri Cristi che nulla avevano a spartire con le povere genti Lunigianesi. A loro fu riservata la fine più atroce. Niente fucilazi o mitraglie. Impiccaggione con il filo spinato appesi ai bordi delle strade e non solo su alberi ovunque anche sui cofani delle vetture. Due ordini:
IL COMANDAMENTO DI HITLER
dobbiamo essere crudeli
dobbiamo esserlo con tranquilla coscienza,
dobbiamo distruggere
tecnicamente e scientificamente
tutti i nostri nemici.
*****
Chi darà sepoltura ai cadaveri sarà passato per le armi
*****
Grande paura tra gli scampati. Nessuno si muoveva. Due persone un Frate Padre Lino e un Giovane di Avenza Almo non sopportando il peso di tanta crudeltà e disprezzo per la vita e la morte di quei disgraziati decisero di dare loro sepoltura. Erano soli...poi pian pianino alcuni uomini vinta la paura si incamminarono sul luogo dell'eccidio. Faceva caldissimo, ancora la calda estate del 1944... Iniziarono così, da prima il rito del riconoscimento tramite raccolta di documenti od oggetti personali tali da poter contattare parenti in ricerca dei propri cari, poi c'erano anche da scavare le fosse. Al temine il compito peggiore: trasportare i corpi decomposti. Nessuno che volesse occuparsene. Il percorso consisteva in circa 200 metri. Almo Baracchini il nostro giovane concittadino non ebbe dubbi a lanciarsi nell'impresa. Si caricò sulle spalle quei fagotti pesanti e morbanti. Ne portò circa una trentina...poi riuscirono a reperire un carretto e l'opera fu compiuta non senza che la benedizione di Padre Lino li raggiungesse.
Quella di Almo Baracchini fu e resta l'unica azione del genere che si conosca in giro per l'Italia. Un rischio personale che avrebbe potuto costargli la vita. Quei corpi rappresentavano un grosso rischio di infezione mortale.
Credo con tutta me stessa che a salvare Almo non fu il bagno di benzina del dopo. Non credo manco per intercessione Divina. A salvarlo fu l'AMORE che scaturì da Lui stesso. Una "pellicola" che lo protesse. Non ci sono parole da inventare per un Uomo così.
Un Grazie da Carla
Nota: questa è una semplice ricostruzione fatta di
parole semplici e povere. Un ricordo di tempi
lontani dei racconti del mio Babbo anche Lui
in quei giorni in Zona con il mio Zio Leo.
Di Almo Baracchini ho un ricordo vivo ero piccola
e lo conobbi ad Avenza nella sezione del PRI.
Ancora una storia dell'eroismo delle nostre genti.
Purtroppo d'ora in poi ce ne saranno altre.

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