mercoledì 7 marzo 2012

dio....

DOMENICA, 16 NOVEMBRE 2008
COMUNISTA!

Dio non è cattolico, parola di cardinale

Carlo Maria Martini pubblica un libro "sul rischio della fede" e invita a diffidare delle definizioni dottrinali, perché Dio "è al di là". Ma così il rischio è che svaniscano gli articoli del Credo, obietta il professor Pietro De Marco. E spiega perché

di Sandro Magister



ROMA, 12 novembre 2008 – L'ultimo libro del cardinale Carlo Maria Martini uscito in Italia, come già qualche mese fa in Germania e ora anche in Spagna, ha subito conquistato l'alta classifica dei più venduti. È intitolato "Conversazioni notturne a Gerusalemme. Sul rischio della fede", ed è in forma di intervista, col gesuita tedesco Georg Sporschill.

Le volte in cui Benedetto XVI ha parlato in pubblico del cardinale Martini – famoso biblista e arcivescovo di Milano dal 1980 al 2002 – lo ha sempre elogiato come "un vero maestro della 'lectio divina', che aiuta ad entrare nel vivo della Sacra Scrittura".

In questo suo libro, però, il cardinale non appare altrettanto magnanimo, nel giudicare gli atti di governo e di magistero degli ultimi papi, da Paolo VI in poi.

In un precedente servizio, www.chiesa ha già riferito dell'attacco frontale portato da Martini contro l'enciclica "Humanae Vitae".

Ma nel libro c'è di più. C'è una ricorrente accusa alla Chiesa di "involuzione". Mentre all'opposto Martini reclama una Chiesa "coraggiosa" e "aperta", come dicono i titoli di due capitoli del libro.

C'è soprattutto una descrizione di Gesù legata a un'ideale di giustizia molto terreno. La distanza tra questo Gesù e il "Gesù di Nazaret" del libro di Benedetto XVI è impressionante.

Il quotidiano della conferenza episcopale italiana, "Avvenire", nel dare notizia del libro di Martini in occasione del suo lancio alla Fiera del Libro di Francoforte, il 17 ottobre, ha scritto che "molte delle considerazioni ivi espresse, comprensibilmente, faranno discutere".

Ma non ha aggiunto altro. "Avvenire" non ha sinora recensito il libro e nessuno si aspetta che lo farà in futuro. Silenzio assoluto anche a "L'Osservatore Romano".

In privato, ai gradi alti della gerarchia, le critiche all'autore del libro sono severe e preoccupate. Ma in pubblico la regola è di tacere. Il timore è che contestare pubblicamente le tesi di questo libro aggiunga danno a danno.

Ma qual è, più analiticamente, il "rischio della fede" che il cardinale Martini evoca?

Pietro De Marco, professore all'Università di Firenze e alla Facoltà Teologica dell'Italia Centrale, lo porta alla luce e lo sottopone a critica nel commento che segue.

Per De Marco il messaggio del cardinale appare "reticente quanto a completezza della confessione di fede". C'è in esso molta frequentazione delle Sacre Scritture, ma gli articoli del Credo "vivono in sordina come fosse superfluo menzionarli".

Un'evanescenza dei fondamenti della dottrina che ha contrassegnato non solo il percorso di un grande leader di Chiesa come Martini, ma larga parte della Chiesa cattolica degli ultimi decenni.
Articolo dell''Espresso


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