giovedì 8 marzo 2012

poesia

DOMENICA, 28 DICEMBRE 2008
ANCORA UNA POESIA
di
GIUSEPPE MASSIMO CULCASI
dal Volumetto edito nel 1980
ODYSSEUS
ovvero
POESIA DEL RITORNO

CANZONE DI NATALE
E' fredda questa notte,
anche se un fuoco illumina le scale.
miei amici hanno scelto i motori
per ritrovare un tenero giaciglio
sperduto tra i campi deserti.
Io resto qui,
ad aspettare un Cristo che non torna
a ritrovarsi uomo,
magari ubriaco di bottiglie vuote
o vagabondo su una "statale" grigia.
Io resto qui,
a seguire con gli occhi i miei fratelli
addormentati ai piedi di una chiesa,
dove gli altari hanno spento gli incensi
e un disertore ha bestemmiato invano.
La neve scioglie i frutti dell'inverno
e la mia anima si rifugia altrove,
al di là delle siepi ingiallite
e dei rosai morenti della notte.
nella sera si inseguono i bimbi,
fino ad odiare un Cristo senza vita
che non ritorna ancora
fra le briciole dei pranzi divorati
in queste notti sporche di spumante.
Io resto qui,
a camminare tra le luci spente
lungo le vie assonnate del paese.
te dedicherò un pensiero,
a te che nascerai domani
per una volta ancora,
a te che non sei Cristo,
ma soltanto un sorriso di donna.
Fino al mattino sussurrerò il tuo nome
tra i vicoli coperti di rifiuti
finchè il primo sorriso del giorno
ti vestirà di sole.
...intanto si spegne lentamente
il mio fuoco che illumina le scale,
mentre la notte si sveglia di canti
e il campanile grida la sua gioia
per un Cristo lontano,
troppo lontano da questi miei silenzi
violentati dalle urla dei cani,
troppo lontano dai mozziconi spenti
e dai giornali gettati al marciapiede.
Ora che il gelo copre le mie spalle
lentamente mi avvio verso casa,
dove i balconi si coprono di neve.

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