domenica 18 marzo 2012

ancora neve


CI RISIAMO



proprio oggi che avremmo dovuto essere "fòra", comunque un pochino di 
contraddizioni popolari le ho rilevate

NORD ITALIA
 
                         Quando vien la Candelora                        
dell'Inverno semo fora

Ma se piove o tira vento
ne l'Inverno semo dentro
 


TOSCANA
 


Se nevica o gragnola
dell'Inverno siamo fora.

Se c'è il sole o solicello
siamo ancora a mezzo Inverno.

Se c'è il sole o sole tutto
dell'Inverno resta il brutto.


In merito a questo periodo c'è ben altro, parlo di festività pagane e monoteiste.

PAGANESIMO

Dopo la metà di quello che noi chiamiamo mese di Dicembre le popolazioni antiche celebravano il Solistizio d'inverno con gioia, infatti esso coincide con la notte più lunga ed il giorno più breve. Dopo alcuni giorni precedenti la fine del mese solare la festa più grande venne chiamata La Festa della Luce. Il sole iniziava a dare più luce, anche se per il calore bisognava aspettare ancora oltre un mese. Infatti la celebrazione dell'uscita dal periodo invernale più buio la celebravano durante il primo luvilunio di quello che noi chiamiamo mese di Febbraio. Già i greci festeggiavano con riti particolari questo periodo dedicandolo alla Dea Era. Con i romani la Dea cambiò nome si chiamò Giunone. Il primo novilunio di Febbraio veniva dedicato a Giunone, lo chiamarono Calende (da cui il futuro termine calendario), il novilunio celebrava l'uscita dal freddo e dalla brutta stagione verso il tepore ed un risveglio della prossima Primavera. I riti propiziatori venivano celebrati con grandi fiaccolate, la pelle di un orso danzante rappresentava il risveglio dal lungo letargo. Non basta, le Calende rappresentavano la grande celebrazione della fertilità della Terra e delle Donne. Era prima, Giunone poi, venivano considerate le protettrici
 del matrimomio e dei loro frutti: i Bambini...senza distinzione di sesso.

MONOTEISMO

Ebrei e cristiani, poi, ripresero i riti pagani adattandoli alle loro regole. Parlo prima dei cristiani poi a chiosa del post scriverò la regola ebraica a cui si ispirarono i papi cattolici

Fino a circa la fine del secolo V dopo Cristo, i romani erano usi praticare ancora il vecchio rito pagano delle calende più propriamente chiamata Festa Romana dei Lupercali. A Papa Gelasio non piaceva, soppresse la festa sostituendola con un rito cristiano, rifacendosi a Sant Agostino, il quale pochi decenni prima, aveva individuato la nascita di Gesù nel giorno 25 Dicembre, comparandola allla Festa della Luce romana. Cosa elaborò la fervida mente di papa Gelasio. Ispirandosi al levitico Ebraico, calcolò 40 giorni dalla presunta nascita di Gesù e indette il giorno della Candelora, facendolo collimare con la Presentazione di Gesù al Tempio e la Purificazione di Maria.

In cosa consistono Presentazione e Purificazione.


DAL LEVITICO:
" Quando una donna sarà rimasta incinta e darà la luce ad un maschio sarà immonda. Per 7 (sette) giorni, sarà immonda come nel tempo delle sue regole. L'ottavo giorno si concirconderà il bambino. Poi essa resterà ancora 33 (trentatrè) giorni a purificarsi del suo sangue, non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel santuario, finchè non si siano compiuti i giorni della sua purificazione".
Lascio a chi vorrà l'interpretazione di questa "regola" ebraica ripresa pesantemente dai cristiani, tutt'ora non elisa dal cattolicesimo. Esiste ancora questo rito nella chiesa cattolica, lo chiamano la benedizione della gola, la donna erra dietro al prete ufficiante con il mano una candela con la quale le verrà benedetta la gola....mischiando il rito di San Biagio, anch'egli cadente il 2 Febbraio.

A proposito, tanto per dire ancora, i cattolici anticiparono al 13 Dicembre giorno di Santa lucia: "...la notte più lunga che ci sia..."   
tanto per far rima e distinguersi.
 Un detto antico, che antecendemente alla riforma gregoriana 
 cadeva all'incirca verso il 21 Dicembre.
 Comunque sia  lo chiamo "oscurantismo"...vedete Voi!!!



 
 

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