domenica 18 marzo 2012

"regole" malsane

NON SARO' VOSTRA COMPLICE



Il pacchetto di sicurezza votato e approvato dal Parlamento fuga ogni dubbio, viviamo in un Paese governato da una compagine pericolosamente avviata verso un percorso antidemocratico. Un complesso di "regole" vistosamente anti costituzionali. Un governo sotto scacco della Lega, di questa pericolosità ne sono ben consci molti parlamentari, lo si evince in modo netto nel momento in cui il voto è segreto piuttosto che palese. La bocciatura del governo su tre punti lo manifesta in modo chiaro. Un grazie al nostro Deputato Casson, ha impedito l'approvazione di un punto pericolosissimo, gravemente peggiorativo della già squallida legge Bossi-Fini. Diciotto mesi di segregazione forzata per gli stranieri irregolari, in campi rigorosamente "protetti" da filo spinato.
Proporre un distacco familiare di cinque anni per gli immigrati mi fa emergere alla mente la triste condizione familiare dei nostri cittadini migranti padri di orfani forzati e le loro madri definite poi "vedove bianche", in quanto i loro mariti pian piano sparivano, le abbandonavano senza assistenza alcuna, ricordo che il divorzio ancora non c'era. Vogliamo un Mondo un'Europa così?
La tassa di soggiorno si commenta da sola. L'Italia sa prendere i soldi solo dai poveracci.
I Radicali propongono giustamente l'introduzione di una legge che vieti la tortura...RESPINTA. Eppure segni gravi di violazione ce ne sono stati, li conosciamo, li abbiamo denunciati. Il fatto stesso di negare...la dice lunga sulla reale esistenza e frequentata violazione dei diritti di manifestanti, arrestati e detenuti.
Due articoli approvati rappresentato un'altra violazione seria in materia di diritti, mi riferisco al riconoscimento del patrocinio gratuito da parte dello Stato: Si per le vittime di stupri, no per le vittime di incidenti sul lavoro e per le loro famiglie.........

PER L'IGNOBILE PROPOSTA DI DELAZIONE DA PARTE DEI MEDICI RIMANDO AL BELL'ARTICOLO DI ILVO DIAMANTI SU LA REPUBBLICA

Medici (delatori)
in prima lineaProbabilmente è involontario il doppio registro che impronta la comunicazione del governo, in questa fase. Un male necessario, generato dalla convivenza di soggetti politici tanto diversi. L'idea di libertà e, parallelamente, di controllo individuale che emerge - anzi: erompe - da alcune iniziative assunte con singolare sincronia. Evoca una visione strabica e dissociata. Una doppia morale.

Da una parte, il chiodo della libertà di parlare senza essere ascoltati. L'ossessivo mantra sulla necessità di impedire le intercettazioni, limitandole al minimo. Non importa se utili alle inchieste. Anche se l'intenzione si scontra con l'impossibilità pratica di attuarla. Perché le orecchie che ascoltano le nostre conversazioni sono ovunque. Come gli occhi che ci scrutano. Noi siamo "tracciati" a ogni passo e in ogni conversazione. Altro che i prodotti alimentari. E se qualcuno ci osserva e ci ascolta è difficile - velleitario - impedirgli di archiviare le nostre parole, i nostri messaggi, le nostre azioni, i nostri percorsi internautici. Nonostante le leggi. Che possono condizionare l'azione delle autorità pubbliche. Magari dei giornali. Non degli "altri" spioni, nascosti nell'ombra, nell'etere, nella rete, lontano da qui.

D'altronde, il guardonismo è divenuto un genere mediatico di successo. Come dimostrano i grandi fratelli, le talpe e le isole dei presunti famosi. Ma il Presidente del Consiglio - e proprietario di Mediaset, paradiso dei reality - insiste. Anche perché - dice - lui, per primo, è stato intercettato e certe sue conversazioni se uscissero lo convincerebbero ad andarsene dall'Italia. Non capiterà. Anche se quelle conversazioni dovessero uscire, ormai ci siamo abituati a tutto. Lui stesso, ne dice di tutti i colori, un giorno sì e l'altro pure. Non in privato o al cellulare. Ma in pubblico. Di fronte ai microfoni. Per poi smentire, precisare, rettificare ciò che tutti hanno sentito. Figurarsi se il pubblico si scandalizzerebbe di fronte ai contenuti delle sue intercettazioni. Da lui è disposto ad accettare - e ha accettato, fino ad oggi - di tutto.

Tuttavia, la preoccupazione per questo Grande Occhio, per questo Grande Orecchio che ci spia dovunque non è da prendere alla leggera. Noi, almeno, non lo facciamo. Per quanto disillusi, scettici e un poco cinici. Nonostante tutto: questo martellante riff sul diritto alla privacy ci sembra utile. Serve a frenare almeno un poco l'inquietante e rapida scomparsa dell'uomo privato. Soprattutto se il monito viene dal Signore dei media e della comunicazione. A cui tanta parte della popolazione crede. Dal governo che ci governa, senza quasi opposizione.

Per questo ci chiediamo come possa lo stesso governo, come possano le stesse forze politiche, come possa il Presidente (del Consiglio, per ora), come possano quelli che combattono lo spionismo quotidiano: come possano incitare alla medesima pratica i medici. Coloro a cui affidiamo la nostra salute, il nostro corpo, la nostra stessa identità. Coloro a cui consegniamo i nostri segreti più segreti, tanto segreti che talora restano segreti anche a noi. Coloro che sorvegliano la nostra vita e la nostra morte. Dovrebbero indagare su immigrati, barboni, sbandati, quando si rivolgono a loro, quando vengono ricoverati d'urgenza. E se clandestini, irregolari, homeless: schedarli e denunciarli. Naturalmente dopo averli curati. Così li possono arrestare senza troppi problemi.
Doctor House. I medici in prima linea. Il mio amico Vincenzo, che dirige il Pronto Soccorso. Non lo farebbero e non lo faranno mai. Figurarsi. Un medico.

Non fa obiezione di coscienza quando rifiuta di denunciare i poveracci che si rivolgono a loro in stato di necessità. E' questione di etica professionale oltre che personale. Come la chiamano? Deontologia. E poi, se il governo e il suo presidente rivendicano il diritto dei cittadini (e in particolare il proprio) a non essere ascoltati quando si è al telefono. Se esigono che, a maggior ragione, le loro chiacchiere non vengano raccontate in giro. Ma come possono pensare che un medico possa fare il delatore. "Vendere" un paziente, magari ricoverato d'urgenza, tanto più se in condizioni sanitarie - e sociali - penose? E' come chiedere al prete di raccontare i segreti raccolti in confessione. Alla Caritas di denunciare i poveri e gli stranieri che accoglie e assiste. Agli avvocati di rivelare quel che sanno dei loro tutelati. Al commercialista di raccontare i conti "veri" dei loro clienti.

Altro che Tavaroli e Genchi. Altro che le centrali di ascolto e gli archivi delle intercettazioni. Questo paese versa ormai in uno Stato impietoso.

(6 febbraio 2009)

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