giovedì 8 marzo 2012

pfana

LUNEDÌ, 05 GENNAIO 2009
ULT'MA LUMAZERA
021
gioco forza, ieri sera ha rappresentato l'ultima serata di festa delle candele. Un numero spropositato di candele grandi e lumotti: una settantina. Il lume caldo della candela mi rasserena. Le accendo con calma, dedicandone ognuna a chi non c'è più, a chi soffre a chi amo. 
013
il Presepio resterà acceso fino a domani pomeriggio...
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così come l'Albero...
Finito di pranzare inizierò a raccogliere ogni cosa, riponendola con cura,amore e malinconia. Dovrò incartare, nella velina, le cose più fragili più preziose. Così anche per i personaggi del Presepio. Prima di avvolgerli li bacerò leggermente uno a uno. Un rituale che risale ai primissimi anni di vita.
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Una paginetta: conclusione del libro. Merita dire che la Signora Cristina (me lo ha riferito personalmente), ebbe come angelo custode un'anziano, il quale silenziosamente la seguiva durante ogni sua intervista avvenuta nei Paesi.Una persona reale, che lasciò comunque un alone di mistero. Chi volesse leggere l'unica testimonianza cavata di bocca all'anziano, si colleghi con
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L'ULTIMO MISTERO
O P'fana o P'fania
tut 'le feste
t' port via
Si concludono così le mie ricerche, non nel razionale-storico, ma in quello umano leggendario legato ai giorni delle feste natalizie, in quella parte della terra delle Apuane, dove sorge Carrara.
Sullo sfondo, le cave, i boschi di castagno, gli antichi paesini, la luce rosata dei  monti, le rocce di marmo che la notte riverberano gli astri e diventano lampade terrestri...e della "carrarinità" dimenticata ma ancora in grado di affascinare adulti e bambini.
.....il vecchio mi aspettava sul ciglio della strada, anche quell'ultimo giorno.
Mi aveva sempre seguita, ascoltata, aspettata, quasi protetta nel mio ostinato girovagare in cerca di archivi della memoria.
Fra noi un'intesa silenziosa.
Ma quell'ultimo giorno mi si avvicinò, deciso a parlarmi ....
" Nessuno ha raccontato perchè sui nostri monti c'è il marmo bianco. la montagna di marmo, è la montagna diventata bianca. Io sono restato delle notti intere in contemplazione della luna, per scoprire chi filava i suoi raggi per farne dei gomitoli e quindi un tessuto. I cavatori, quando credono di aver trovato una nuova cava da lavorare, non sanno che "qualcuno" ha dispiegato per loro, un tessuto bianchissimo, come un grande mantello fatato, sulle Alpi Apuane ".......
Seduta su uno scalino prendevo appunti, mentre il vecchio mi raccontava l'ultimo mistero. Quando rialzai la testa per ringraziarlo. era sparito. Forse è proprio lì, su quelle montagne di luna, che dovremmo ricercare il mistero del:
NATALE E LA
BEFANA A CARRARA
Cristina Purger Lattanzi
il libro fu edito da
Società Editrice Apuana


  
postato da: carladidi alle ore 10:32 | Permalink commenti (6)
categoria:natalebefanacarraracristina purger lattanzi
DOMENICA, 04 GENNAIO 2009
Immag011
questa è la Befana delle Bimbe. Domani sera volerà ancora. Così come per i 7 anni trascorsi...
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ALTRI TEMPI
T' t' l'arcord
'l camin azes
con la nona
davanti al foch,
chi ral'grav la stanza
a arcontar le fole
ch'an n' f'niv'n mai
ai n'putin?
E p'r la P'fana
ch'l capagnin
con do carube,
un ranz,
tre fichi sechi,
un castagnaz
e 'na brancata
d' sechine?
E com' a iern contenti
noialtri fanti!
E che dir
d'l pan
'mpasta t'n t'la madia
con su la croza
fata dala man sante
d'la mà
e afiancat da un bambocc
d' pasta
p'r 'l pu picin  d'la cà?
E pò al v'niv Ciuin
e i n' volev un toch:
" Fà un url. Ciulin! "
E lu il fev
e i avev 'l so pan.
D' cà 'n cà
d'url 'n url
i fev 'l sach pien:
i er gran de gross
ma vecc e sol.
Poetessa Carrarina
Auda Fucigna
( Te lo ricordi il camino acceso con la nonna davanti al fuoco, che rallegrava la stanza, a raccontar le favole che non finivano mai, ai nipotini?
E per l'Epifania, quel panierino con due carrube, un'arancia, tre fichi secchi, un castagnacetto e una manciata di castagne secche?
E come eravamo contenti, noi ragazzi!
E che dire del pane impastato nella madia con sopra la croce tracciata dalle mani sante della mamma, e affiancato da un bamboccio di pasta per il più piccino della casa?
Poi veniva "Ciuin" e ne voleva un pezzo.
" Fa un urlo Ciulin! "   e lui lo faceva e aveva il suo pane. Di casa in casa, d'urlo in urlo faceva il sacco pieno: era grande e grosso ma era vecchio e solo. )
Interpretazioni Passate
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durante unna cena movimentata di un
5 gennaio...
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un'altra vigilia di Befana: unire il divertimento con la cottura di Pattone (dolcetti in farina di castagne incartocciati in foglie di castagno e cotte nella brace)
La poesia della Maestra Fucigna ben racconta e rammenta i sentimenti grandi della nostra gente povera, conosceva le tribolazioni altrui .  Il rito della "questua", in questo caso lo rappresenta "Ciuin".
Di casa in casa molti andavano, ognuno dava quello che poteva. Adulti accompagnati da Bambini e Bambine. Vestiti di stracci e il volto tinto di nero, stoppa al posto dei capelli. Maschere Augurali. Nessuno osava scacciarli.

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