domenica 18 marzo 2012

odore della morte

l'odore della morte


Oggi ho fatto una brutta esperienza. Ho conosciuto l'odore della morte. Sono rientrata da poco dall'ospedale. Il reparto di oculistica è stato smembrato, anzi dimezzato, ospita otorinolaringoiatria in tutte le sue "varianti"; ciò determina una mescolanza di casi medico-chirurgici diversi tra loro. Le camere sono composte di tre letti, come in origine. Pazienti ricoverati in Day Hospital incontrano ricoverati con degenze di giorni, o le urgenze. Ho visto preparare tutto dall'ossigeno alle sonde...un incubo! Un anziano colpito da emorragia e operato, appena liberatosi un letto, è stato portato nella camera con mio marito. Stava morendo.....
Questa settimana già non è stata delle migliori dal punto di vista emozionale. Il caso di Eluana Englaro me lo sentivo addosso da tanto tempo. Il tam tam del sondino gastrico, il (dicono i saggi) lasciarla morire di fame e sete, mi faceva ricordare mia Mamma. Soffriva da anni di piccole sincopi causate dal ravvicinamento delle vertebre cervicali. Cadeva sovente, abitando da sola a Carrara, dopo l'ultima rovinosa caduta nel 1997 venne a vivere con me, era molto invecchiata e i problemi sanitari si accumulavano. Venne, a Cuorgnè, molto malvolentieri. Significava lasciare Carrara dove era nata nel 1913. Essendo figlia unica, gioco forza....non c'era altra soluzione. Già da anni si lamentava che voleva morire che era stufa, vivere era inutile....ecc. La sua casa di Carrara sembrava una farmacia, ma i farmaci li prendeva a rate, di fatto non si curò mai. Noi la curammo, mio marito si dedicò completamente a lei; la accudiva alzandola la mattina, lavandola, dandole colazione. Questo per 4 anni. Più tempo passava e più si incattiviva con la vita e con noi che non la lasciavamo morire. Giunse persino a chiedermi di parlare col dottore perchè le desse "qualcosa". Un pomeriggio di metà giugno cadde, il femore cedette. Nelle donne anziane lo potremmmo definire un "classico" incidente. Ospedale, ottima riuscita chirurgica, da allora si rifiutà di mangiare. Non ci fu nulla da fare. La mandai in una clinica privata per la la riabilitazione, andava avanti a flebo. Il primario era disperato non poteva permettere che una paziente morisse di fame nella clinica da lui diretta. Venne a casa, le provammo tutte. Niente, fu di nuovo ricoverata, un medico mi interpellò per installare la Peg,  rifiutai decisamente, glielo dissi chiaro...
" mia Mamma mi odia, ci odia tutti perchè cerchiamo di imboccarla accusandoci non volerla lasciare morire, quando si vergogna e mangia ci vomita tutto addosso...e lei propone una alimentazione coatta? Non insista, se vuole parliamone direttamente con mia Madre...se si convince non le assicuro che non si strappi, poi, il sondino..."
La riportai a casa. Deperiva a vista d'occhio. Rifiutava tutti anche il bere.
Cercai una clinica privata di lunga degenza. Il primario garantì che da loro non veniva praticato nessun accanimento terapeutico, comunque dovevo avvicinarle una persona durante i "pasti". Ogni assistenza al pasto costava una bella cifretta, non mi importava nulla. Ho fatto il mio dovere fino in fondo. Amo la vita odio la morte: quella degli altri più della mia. Le ho dato la possibilità di vivere contemporaneamente ho rispettato la sua volontà. 
E' morta il 2 Ottobre 2001.
 La mattina, dopo la morte di Eluana ho accompagnato mio marito, per esami, nella stessa clinica dove morì mia Mamma...è stata dura.


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