giovedì 8 marzo 2012

ancora....natale

LUNEDÌ, 01 DICEMBRE 2008
Dicembre...Natale

Ci risiamo, un anno, un mese, un giorno dopo l'altro...ed eccomi ancora qui a riflettere. Decorare la casa, prepararla con cura non è per me una fatica nè un hobby. E' Amore. Un grande Amore ereditato dal mio Babbo, mia Mamma diversamente  molto freddina. Babbo Aldo non andava in Chiesa era un Repubblicano, Laico, definito dagli ignoranti "mangiapreti" i quali non riuscivano a capire del perchè mettesse tanto Amore nel costruire il Presepio. L'Albero si sa è "pagano".
Oggi festa a Carrara, questo giorno dedicato a Sant'Andrea costituiva il confine "ideale" tra l'Autunno e l'Inverno. L'Inverno ci avrebbe portato il Natale. Io, oltre che andare alla Fiera a far provvista di croccanti, brigidini, torroni (per la Mamma) sigarini e bombolotti dolci, mi comperavo una bambolina di zucchero colorato, quanto mi piaceva! Non credo ce ne siano più. Avevo un certo timore dei bambini prima dei ragazzi poi. La poesia di Doretti, postata, oggi parla di una palla di pula. Cos'era? Una palla di stoffa spicchiata, in colori diversi, riempita con segatura (pula), allacciata ad un lungo e resistente filo elastico, il quale se ben attorcigliato da mani esperte veniva usato per colpire il "culetto". Non dimentico le pistole ad acqua: via a casa zuppa colenta!. Il Babbo mi comperò una cosa speciale. Un limone di plastica contenente il succo. Lo vuotò e ci mise dentro l'acqua:
" Dìdì, tò quà, spruzza anche te "
Verso sera, le botteghe quel giorno chiudevano a tarda ora, raccolte le "mance" parentali di Sant'Andrè, uscivo di casa. Di corsa attraversavo la strada, prendevo via Alberica, giunta in Piazza dell'Accademia a sinistra c'era un grande negozio di dolciumi : Baracchini! Era mia abitudine dare inizio all'acquisto di decori di cioccolata da appendere all'albero. Questo era il mio rito prenatalizio.
Il Babbo, il giorno dopo, ritornava dalla tipografia con i primi rotoli di carta e piccoli assi di legno, li accantonava in un angolo, sarebbero serviti per costruire il Presepio. Mio cugino si commuove ancora al ricordo dei Presepi dello Zio. Costruiva un telaio dove incollava la carta neutra che avrebbe poi colorato a mano con gli acquarelli per simualre la volta celeste stellata. Con i ciocchetti raccolti alla vigna avrebbe costruito le montagne, e via via la pianura. Il tutto ricoperto di gesso a pronta presa, una volta asciugato anch'esso veniva colorato a mano. Mai muschio, solo colore a contrasto. Capilavoro. Le statuine idem. Le conservo ancora.
Alcuni anni fa rimasi molto colpita da un ricordo testimoniato da Frida Moro. Il suo Babbo Aldo anche lui, uomo politico potente, cattolico praticante ed osservante soleva portare a casa in anticipo gli oggetti per costruire il loro Presepio. Uomini diversissimi tra loro, di comune solo il nome di Battesimo....però.
Perchè stasera scrivo... La mia cultura acquisita o di itinere è molto strana, mi spiego: leggo quel che mi viene in mente. Apro un libro magari vecchissimo e ci passo una buona oretta. Stasera ho "staccato" dalla libreria grande una vecchissima antologia. Prima mi sono dedicata alla lettura di un brano: Inverno, di Aldo Palazzeschi. Molto bello parla della sua Firenze.
 Alcune pagine dopo: Canzone Natalizia.  Un paio di paginette di Ada Negri. Storia di una povera bambina che passa le giornate intere in una portineria, aspettando la sera che non viene mai, quando rivedrà la Mamma, operaia e tutto il giorno al lavoro. Si prefigura il Natale la nascita di Gesù Bambino e la Messa di Mezzanotte. Vi si recherà con la Mamma, già si raffigura lo splendore dei ceri, il suono dell'organo e i cori. Un lusso. Il solo lusso che i poveri si possono permettere.

Ada Negri riflette :
Il lusso delle Chiese è il lusso dei poveri
 fatto per loro oppure che esso è il solo di cui essi possono godere?

*****

LE CASETTE DELLO ZIO MATTEO
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